CD n.1 SUSPIRO

 

Arie italiane e napoletane di Antonio Di Jorio. Atri, 1998.

 

            Le quattordici arie italiane e napoletane della presente raccolta possono considerarsi tra le più rappresentative di Antonio Di Jorio e forse quelle che esprimono meglio la fluidità creativa del maestro atessano. La stessa fluidità di tutta la sua produzione, vastissima, che spazia in tutti i generi della composizione musicale, passando dall’operetta all’opera, dal caffè concerto al cinematografo, dalla banda alla Chiesa. “Tutti i rami dell’arte ho toccati – diceva – così come ho scritto ogni genere di musica sempre con grandi soddisfazioni”.

            Queste canzoni (così possiamo definirle per il loro impianto formale: due o più strofe intercalate da un ritornello) richiamano alla memoria la romanza da salotto, per l’eleganza dello stile che subito si coglie nella linea melodica. Furono composte per gran parte a Napoli, dove Di Jorio potè avvicinarsi alle esperienze contrastanti dell’arte europea di inizio secolo e dall’influsso della Scuola Napoletana, senza rinunciare al fascino bohémien del mondo musicale “minore”, che trovava la sua mondana celebrazione nei teatri alla moda e nei salotti aristocratici. Proprio dalle ‘periodiche’, riunioni private dedicate al canto e alla recitazione, queste arie presero il volo, affidate spesso all’interpretazione di personaggi di grande successo come Donnarumma, Gabrè, Pasquariello, Gòdono, la Mignonette, che le includevano nel loro ‘repertorio speciale’, dicitura che l’editore don Raffaele Izzo faceva stampare con orgoglio sul frontespizio, con tanto di foto del maestrino abruzzese.

            Dal 1911 al 1921 Izzo ne diede alla stampe ben trenta, a conferma della sua sensibilità, ma anche del suo fiuto commerciale.

            Di tono decisamente più cameristico sono le due romanze su versi di Luigi Illuminati, poeta e umanista di Atri, splendida cittadina del tramano in cui Di Jorio, negli anni ’20, fu attivissimo come maestro di cappella della Cattedrale, direttore della banda cittadina e dove compose alcune delle sue più belle operette che dal quel Teatro Comunale fecero il giro di innumerevoli città italiane e straniere. L. Illuminati nei suoi versi sembra ispirarsi ai tratti poetici delle più celebrate romanze di F. P. Tosti, conservando, tuttavia, una personale freschezza che permea sia le linee melodiche appassionate del Sogno d’artista, che quelle più spiccatamente descrittive delle Serenata abruzzese.

            Nel Notturnino, infine, su versi di D’Annunzio, opera della maturità (1960), si compendiano le notevoli capacità di Di Jorio di compenetrare fino in fondo l’essenza poetica, riuscendo a tradurre, con singolare abilità e perfetta aderenza al testo, la suggestiva visione che il Poeta magistralmente dipinge.

            Melodie d’un tempo, dunque, ma giunte sino a noi con immutata potenza evocativa, come accade solo alle creazioni illuminate dalla fiamma dell’ispirazione sincera.

 

                                                                                                 Concezio Leonzi