SANTI ATRIANI DI TRADIZIONE POPOLARE
IL BEATO NICOLA
In
Atri il popolo ha venerato sino a non molto tempo fa il cosiddetto Beato Nicola,
proveniente da Pagliara, presso Isola del Gran Sasso, col cognome Orsini,
secondo la Cronica latina del Maestro
Antonio Rosati, Pisciella secondo la tradizione popolare.
Entrato in Atri nell’ordine di S.
Benedetto, visse penitente nel Chiostro, dove morì in concetto di santità nel
1252.
Questa tradizione popolare si sarebbe
collegata con la scritta che si trova scolpita in un sepolcro in legno “ Beato
Nicola 1646 “, che sino a qualche tempo fa si trovava in fondo alla Cattedrale
della parte destra di chi entra.
Nella Cronica suddetta si legge che il
suo corpo fu trovato sepolto nella vecchia chiesa sottostante e poi trasferito
nel nuovo tempio superiore, dal Vescovo Matteo de Iudicibus, che resse la
Diocesi di Atri, unita a quella di Penne, verso la fine del secolo XV.
Essendo stato scoperto che questa tradizione
è infondata e che il sepolcro appartiene a un morto non identificato, il
Capitolo della Cattedrale ha fatto trasferire il sepolcro presso la Sacrestia.
Si tratta pertanto di un Santo venerato per
tale dal popolo, secondo una antichissima tradizione, ma che la Chiesa non ha
mai riconosciuto.
Al riguardo si riporta una notizia inedita assai interessante
In uno dei tanti decreti di visita pastorale che il vescovo Raffaele Piras fece
alla Diocesi di Atri, e particolarmente alla Cattedrale, il 15 maggio 1908, si
legge: “ Intorno al culto privato che gli ( al Beato Nicola) si presta
interpelleremo quanto prima la Rev.ma Congregazione dei Riti “.
Intorno al Beato Nicola si tramanda una
leggenda popolare assai significativa. Si racconta che da giovane fosse un gran
cavaliere esperto nel duellare e nell’amare. Giunto in Atri, si innamorò di
una bella ragazza di nome Reparata, ancor semplice e pudica. Ma questa, inviata,
una sera alla Corte del Duca della città, aveva perduto la sua verginità;
spinta poi dalla disperazione, si era gettata dal Colle della Giustizia; il suo
corpo era stato trovato putrefatto nel fondo dei calanchi. Il cavaliere, che era
rimasto colpito un tempo dalla processione dei flagellanti, vista in Assisi,
capita la vanità delle cose del modo, si rinchiuse in convento e fece penitenza
sino alla morte, per cui morì in concetto di santità.
Per festeggiare il Beato era tradizione
aprire la porta sud della Cattedrale per l’indulgenza. Si narra infatti che
“ alla morte di Nicola le campane suonarono da sole nella notte “.
Anche se, dopo il Vaticano II è stato
declassato in Sacrestia, l’uso di aprire la porta sud resta.
À
Atri le peuple a vénéré depuis bien longtemps le BEATO NICOLA, qui venait de
Pagliara, à côté de Isola del Gran Sasso, avec le nom de famille ORSINI.
Selon la CRONICA LATINA ; du Maître Antonio Rosati Piscella, selon la
tradition populaire.
Entré à Atri dans l'ordre de S. Benedetto, il vécut en pénitence dans le cloître
où il mourut en conception de sainteté en 1252.
Cette tradition populaire serait reliée à l'inscription qui est sculptée dans
un sépulcre en bois "Beato Nicola 1646", qui se trouvait ou fond de
la Cathédrale à droite.
Dans la CRONICA, on lit que son corps a été trouvé enfoui dans la vieille église
souterraine et puis transféré dans le nouveau temple supérieur, par l'évêque
Matteo de Iudicibus qui avait le Diocesi d'Atri, vers la fin du XV siècle.
En ayant découvert que cette tradition est sans fondement et que le sépulcre
appartient à un mort non identifié, le Bibliothèque de la Cathédrale a fait
transférer le sépulcre près de la Sagrestia.
Donc c'est seulement le peuple qui vénère Beato Nicola comme un saint, selon
une vieille tradition. Au contraire l'église ne le vénère pas. A ce propos,
on raconte une nouvelle très intéressante: dans un décret de visite pastorale
que l'évêque Raffaele Piras fit au Diocèse d'Atri, et en particulier, à la
Cathédrale le 15 mai 1908, on lit: "À propos du culte privé qui concerne
le Beato Nicola nous interpellerons bientôt la Rev.ma Congregazione dei
Riti".
À propos du Beato Nicola, on raconte une légende populaire très importante:
dans sa jeunesse le Beato Nicola était un chevalier expert dans les duels et
dans l'amour. Arrivé à Atri, il tombe amoureux d'une belle jeune fille qui s'appelait
Reparata, ingénue et pudique. Mais cette fille invitée un soir à la cour du
Duc de la ville, avait perdu sa vertu; par désespoir elle se tue en se jetant
du «Colle de la Giustizia»; son corps a été trouvé putréfié au bas des
calanques.
Le chevalier, séduit autrefois par la procession des blasés vue à Assisi, en
ayant compris la vanité des choses du monde, se referma et il fit pénitence
jusqu'à sa mort, par conséquent il mourut en conception de sainteté.
Pour fêter le Beato c'était la tradition d'ouvrir la porte sud de la Cathédrale
pour l'indulgence. En effet on conte que "à la mort de Nicola les cloches
sonnèrent toutes seules dans la nuit ".
Même si, le Beato Nicola a été mis en Sagrestia, l'usage d'ouvrir la porte
reste.
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